Usa Cars Forum - Dreams on Wheels

Versione completa: 1973 Chevrolet Impala Hardtop
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Riprendendo il post, a circa 300 km da Foz de Iguaçu, durante un sorpasso di un tir col kick down, si sente un forte botto. Mi spavento, penso ad un cedimente del motore, ma la macchina funziona bene, fa solo un rumore del diavolo: è lo scappamento. Dopo pochi minuti si avvista un benzinaio Shell; i benzinai sono vere isole felici in Brasile, oltre a riempire per poco la mia Impala, ci trovi di tutto, dal bancomat ad un aiuto per sistemare il tubo di scarico che a causa di un clamp forse molle si era staccato in due. In 10 minuti con l'aiuto del benzinaio si sistema e si riparte. Destinazione appunto Foz de Iguaçu, città nella triplice frontiera Brasile, Argentina e Paraguay, famosa per le più grandi cascate al mondo, le cascate di Iguaçu appunto, che sono impressionanti veramente.

Ci arriviamo dopo qualche centinaia di km senza nessun altro problema meccanico, ma ad un certo punto un camion davanti a noi  solleva una grossa pietra che salta a destra e sinistra e BBBAAAAM! Non ha preso il parabrezza che altrimenti avrebbe impietosamente sfondato, ma ha fatto saltare un po' di cromo del paraurti anteriore. Peccato perchè l'avevo appena fatto cromare. Rimarrà quindi scheggiato come ricordo...

Ad Iguaçu alloggiamo in un hotel stile James Bond. Ci saluta un suo dipendente di origini trevisane. Abbiamo racimolato qualcosa come 1800 km dall'inizio del viaggio. 

 

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Decidiamo di fare un salto a piedi in Paraguay. Si attraversa il ponte de la amistad, il ponte dell'amicizia, sul fiume Paranà. È una bolgia infernale, macchine, autobus, moto, camion e persone che attraversano nei due sensi il ponte, da Foz de iguaçu in Brasile a Ciudad del Leste in Paraguay e viceversa. Il Paraguay vive di commercio e contrabbando, è il tipico paese stereotipato dell'America Latina, colorato, confuso, vivace, sporco. Insomma, un bordello. Le signorine sono carine e molto ma molto simpatiche. Nel bellissimo film "Miami Vice" di Michael Mann, il narcotrafficante cattivone abita proprio lì, a Ciudad del Leste, e si vede bene nel film come la cittá sia particolare. Sotto le foto scattate da me durante la nostra visita. La foto del paesaggio sul fiume Parana è stata scattata mentre attraversavamo a piedi il ponte dell'amicizia ritornando in Brasile. 

 

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Il giorno dopo si riparte, si entra in Argentina dove percorreremo 1700 km in due giorni per arrivare fino a Buenos Aires, da dove vi sto scrivendo in questo momento. Paesaggi monotoni, molto freddo, desolazione... ed altre sorprese ci aspettano.

 

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Che bello che è la vostra avventura !

È come leggere un bel romanzo !


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Fantastico veramente!! Grazie per il racconto sembra di partecipare al viaggio con voi!! 😁😁😁
WOW siete i miei idoli, vorrei poter far parte di voi, ... (avrei messo il naso... e non solo... tra le tette e le mele di belle gnocche...).... comunque .. bravi... continuate così... 

t.bird

Citazione:(avrei messo il naso... e non solo... tra le tette e le mele di belle gnocche...)...

 
 e pure io!
Si lascia il Paraguay, si lascia il Brasile, si lascia il fiume Paraná e si entra in Argentina...

 

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La destinazione è Buenos Aires, ma per arrivarci prima ci sono 1700 km in mezzo a boschi un po' deprimenti, villaggi molto deprimenti, clima freddo ed uggioso e quindi deprimente e soprattutto continui controlli di polizia ed esercito. Quando dico controlli voglio dire che questi ti fermano - fermano tutti, visto che il  traffico è inesistente - ogni 30/40 km, spesso vi sono anche fino a tre controlli uno dopo l'altro, a distanza di sole centinaia di metri. Non solo le domande ed i controlli di prassi, ma ogni tanto fanno aprire il portabagagli e pure le valigie. Un vero stato di polizia. Insomma, la tratta argentina è lunga e stancante.

Ci sono tantissimi, dico tantissimi pick up americani, dal decennio 60 fino ad 80. Prevalgono i Ford anni 80, la FoMoCo deve averne venduti valanghe perchè in giro sono ancora sempre presenti. Usati ed usurati, mai restaurati, sono una prova vivente della durata dei motori delle nostre auto. Mentre le europee e giapponesi marcivano e si sgretolavano e rompevano, le americane solo marcivano. 

 

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Ci si ferma solo dal benzinaio, ristoranti decenti non esistono, le città sono fango e baracche, i benzinai sono le uniche isole felici.

 

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Dopo 800 km e 8 ore di guida a 120/130 km all'ora (se i conti non vi tornano è perchè i controlli dello stato oppressivo ci rallentano parecchio)...BAAAMMMMMMMM! Maledizione, si stacca di nuovo lo scappamento, e proprio mentre cala il sole. Il cielo vuole che a 30 km vi sia una città, ed in queste zone incontrare un'area urbana a soli 30 km di distanza da dove ci si trovi, è quasi un miracolo. Arriviamo nella cittadina di Monte Caseros e il poliziotto che verifica chi entra in paese (stile Rambo, quindi: i locali e i loro tutori dell'ordine vogliono capire chi vi entri) ci dice che l'officina "Escape Grimaldi" è aperta e ci può aiutare; arriviamo dai Grimaldi rombando come un trattore in calore e proprio davanti all'officina il terminale con il tubo di scarico crollano a terra; mi ricorda quasi la fine della Dodge Monaco dei Blues Brothers. Gentili, i Grimaldi saldano lo scarico, cambiano un clamp e quindi paghiamo onesti 300 pesos, cioè 10 Euro, per un'oretta di lavoro: economici ed efficienti. Finalmente possiamo riposare tranquilli. Ci fermiamo a Monte Caseros ma almeno sappiamo che dormiremo in un letto e che il giorno successivo Buenos Aires ci aspetta. 

 

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Lasciamo Monte Caseros (notate nella foto sotto l' auroservicio Brambilla) ed i suoi pick up da lavoro, colorati e usati, e ci dirigiamo ancora più a sud, verso Buenos Aires, con un'altra megatappa.

 

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Guiderò il giorno intero. L'Impala ora va che è una bellezza, la saldatura regge. Ci attendono strade lunghe e vuote e tanta polizia ed esercito con i loro stupidi controlli. Ai bordi delle strade molte auto abbandonate, modelli dagli anni 40 fino agli anni 60, soprattutto americane. Ma sono relitti, impossibili da restaurare. La foto sotto mostra sullo sfondo una berlina europea anni 60, invasa dai cactus che gli sono cresciuti dentro. Il paesaggio ha un certo fascino, pur se monotono.

 

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La foto sopra della mia Impala mi fa capire cosa mi piacciono delle auto USA, mi piacciono i mastodonti lunghi, larghi, bassi, colorati, cromati e spinti dai v8 che quando ero piccolo mi facevano sognare attraverso i telefilm tipo Kojak, Chips, Sulle strade di San Francisco, etc. La mia Impala è una standard size GM, sullo stesso chassis la Chevrolet sviluppò dal 1971 le serie Bel air, Impala e Caprice in tutte le forme e colori, coupe, berline, hardtop, station wagon e convertibili. Mi piacciono di tutti gli anni, forse ho una preferenza per il model year del 1976, l'ultimo, come il fantastico coupe crema della foto più in basso, caratterizzato da un enorme vetro posteriore fisso.

 

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E finalmente si arriva a Buenos Aires!!! Ricorda una Parigi un po' sgarruppata ed impoverita, abitata da hippies. Il traffico è dannato - anche se a detta di Sunnybob quello milanese è peggiore. A Buenos Aires visitiamo tutto, il Caminito, Purto Madero, l'avenida Corrientes, il cafè Tortoni, la fiera di San Telmo. Si vedono un po' di veicoli vecchi anche in giro, mai restaurati, conciati o solo stanchi, usati come auto normali. Ho visto anche una Rambler American parcheggiata in centro, mai vista una Rambler in vita mia in uso quotidiano. Peccato non averla fotografata. Di seguito un po' di foto, una cozzagliadi immagini senza un particolare ordine.

 

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Questa Jeep Gladiator (ne ho viste 3 in Argentina, mai vista una in uso prima in vita mia) era di uno che sicuramente si preoccupava di monitorare il funzionamento della meccanica, visto la quantitá di strumentazione ausiliare. 

 

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Quest'altra Jeep, il cui modello - buffo design direi - non riconosco, era molto "croccantino". Carrozzeria cotorcio style, ma completa. 

 

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Buenos Aires non è una città di forte impatto, ma una città di atmosfere, con i suoi caffè, le sue insegne demodé, i suoi eleganti e decadenti edifici, i mille teatri. 

 

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Al mercatino domenicale di san Telmo, un'anziana signora vendeva per 50 pesos (1 Euro e mezzo) vecchi poster di pubblicità argentine.

 

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Freddo = Riscaldamento... mi sovviene una domanda: sbaglio o la tua Impala è "Heater Delete" ??

Grazieeeeee!!!!
Citazione:Freddo = Riscaldamento... mi sovviene una domanda: sbaglio o la tua Impala è "Heater Delete" ??
 

non sbagli
Lasciamo l'hotel Savoy di Avenida Callao (bellissimo, economico, ospitò anche Albert Einstein); lasciamo Buenos Aires; lasciamo l'Argentina. 

 

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Si imbarca la Chevy su un ferry che ci porterà a Colonia del Sacramento in Uruguay.

 

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Vi spiego l'Uruguay. Piccolo paese del Sudamerica, vuotissimo dentro, con una magnifica costa. Tranquillo, gente ospitale, con moltissime auto vecchie, non d'epoca, vecchie e più vecchie che circolano, non per andare ai raduni, ma per uso quotidiano. E che sistemano alla spera in Dio. Ma circolano. 

É un paese fermo agli anni 80: Opel Rekord, Kadett, Renault 9, 11, 18, Citroen Visa, Ax, Mercedes 190, 240d, 300d, tanti coupe CE, Ford Econoline, Chevy Van, Austin Maestro, Peugeout 205 e 505, Ford Taunus, Fiat Uno e Fiorino, anche una Ferrari Testarossa; musica anni 80 (Duran Duran, Depeche Mode, Prince etc), limiti alti (in città 75 km/h), in moto senza casco, negozi invece dei centri commerciali, polizia che non c'è, parcheggio anche nella piazza pricipale della capitale di fronte al palazzo presidenziale, no ztl, e cosí via. Un sogno, mi sembrava di vivere in back to the future.

Ci sono anche auto anni 50 e 60 in giro, e molte inglesi. 

 

È un paese che gira a velocità ridotta, il tempo non importa perchè non si va da nessuna parte in ogni caso....

 

Arriviamo da Buenos Aires a Colonia quindi, attraversando il fiume Rio del Plata, che fa scomparire il Po di tanto gigante che è...

 
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La thrifty offre auto elettriche classiche per il noleggio... simpatiche

 

Ford Aerostar per girare il mondo, targa cilena

 

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Sull'Uruguay avremo molto altro da dire e da vedere...
A Colonia proviamo l'immangiabile piatto nazionale uruguayano, el chivito al plato, strati geologici di uova, formaggio, prosciutto, bistecca, patate fritte, insalata russa, pomodoro, palmito, lattuga, e chissà che altro, e lasciamo la cittadina, un po' appesantiti, per l'esplorazione del territorio nemico. 

 

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La strada che porta verso il resto del paese è costeggiata da ambo i lati per 11 km da 10mila palme, un effetto scenico di forte impatto. Go green!

Dovunque catorci ancora in uso, o auto abbandonate, diciamo che paesaggisticamente parlando il paese è vuoto o pieno di mucche, pecore e auto vecchie che lavorano... persone pochine. Incredibilmente superiamo una Fiat 500L nuova...

 

Particolare e bello senza dubbio. E l'Impala continua a divorare km dopo km, solo che dopo 100 di strada sterrata con buche voraci, vede cedere di nuovo, ma in un altro punto, non quello saldato dai Grimaldi a Montes Caseros, il tubo di scarico. Si stacca completamente ma la nuova clamp argentina regge ed arriviamo fino a casa. "Domani la facciamo sistemare" ci diciamo, ed andiamo a mangiare una pizza al ristorante "Don Peperone".

 

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woow fantastico! Uruguay forever! mi piace già un sacco da come l'hai descritto! fate un giretto a Montevideo o è fuori itinerario?

Citazione: 

Freddo = Riscaldamento... mi sovviene una domanda: sbaglio o la tua Impala è "Heater Delete" ??
 

non sbagli

 


Ora mi spiego il camicione di flanella infeltrita da boscaiolo canadese :zsarcastic4xx: :zsarcastic4xx: :zsarcastic4xx:
Citazione: 

Ora mi spiego il camicione di flanella infeltrita da boscaiolo canadese :zsarcastic4xx: :zsarcastic4xx: :zsarcastic4xx:

 


 

E Sunnybob con la copertina come i vecchi rimbambiti...
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