09-01-09, 09:44 PM
Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma quello che segue ? un articolo rifiutato.
OLD SCHOOL
Conoscere le americane; o l?America?
Testo di Franco Canina
Foto: Archivio Franco Canina
Uno dei miei conoscenti mi ha recentemente fatto notare: ?non conosci molto bene le macchine U.S.A.?. Forse ha ragione, forse non ? completamente nel giusto?
Le origini di una diversit?
Nell?ormai lontano 1967, quando con molta fortuna riuscimmo a scovare un Chrysler Firepower presso un demolitore, che cosa fosse una ?New Yorker? mi interessava relativamente poco: ricordo di aver notato mentalmente la mia lacuna, una delle tante, riproponendomi di approfondire l?argomento qualora ed allorquando avessi trovato una fonte: il TAM (?Tutte le Auto del Mondo?) di Quattroruote era piuttosto vago al proposito e tutt?altro che esaustivo, considerato che molte automobili, alla fine degli anni sessanta, non erano importate in Italia. Ricordavo ancora alcuni numeri di ?Life?, ?Esquire?, ?Architectural Digest?, ?Vogue?, ?Time? ed i primi numeri del ?Reader?s Digest? che mio padre aveva portato dal suo viaggio negli Stati Uniti subito dopo la Guerra, le pagine intere di pubblicit? sulle convertibili da sogno con portiere larghe come pneumatici e giovani donne sorridenti al volante?
Il fatto ? che le automobili americane erano troppo diverse da quelle prodotte in Europa e capii da subito che dovevano esserci delle ragioni, pi? o meno simili a quelle per le quali ogni ?kitchen? aveva un frigorifero ed un bar, c?era un portico sopra la porta d?entrata ed una zona notte separata dal ?living? il quale, a sua volta, era dotato di un caminetto, un monumentale televisore e di un?enorme vetrata che dava sul giardino, dove i ragazzini trainavano bellissimi carrettini con ruote gommate, giocavano con il cane e tagliavano l?erba o si esercitavano con mazze e palla, sorvegliati da pap?, sempre con un garage a due posti sullo sfondo e l?esagerata station wagon lasciata l?, sul vialetto di accesso. Nel 1948.
All?epoca delle superiori feci un?altra scoperta, spendendo una fortuna in monete da cinquanta lire per ascoltare le canzoni dei ?Platters? nei Juke-boxes dei locali affacciati sul porto vecchio di SanRemo, ma a casa mio padre, quand?era in vena, al pianoforte suonava Glenn Miller e Benny Goodman o, al massimo al massimo, un boogie woogie del dopoguerra. Ancora agli inizi degli anni sessanta mio cugino Domenico (professore di pianoforte al Conservatorio di Torino), nonostante studiasse i classici, mi fece scoprire il jazz e tutto un nuovo modo di concepire la musica.
Qualche anno dopo, senza aver dimenticate queste cose, scoprii, oltre alle r?clames sulle riviste, anche le riviste americane sulle automobili e sugli sports motoristici americani. ?Quattroruote? ed ?Auto Italiana? erano il mio pane quotidiano, un tantino insipido e quasi azimo, mentre ?Motor Trend?, ?Road and Track?, ?Motorcade? e ?Car and Driver? garantivano, man mano che il tempo passava, il sapore di un succoso ?burger con tanta cipolla e molta senape, per arrivare, pi? presto di quanto non potessi credere, all?empireo di ?Hot Rod?, ?Car Craft?, ?Rod & Custom?, ?Popular Hot Rodding? e ?Drag Racing?. Nel frattempo ?American Graffiti? dimostr? inequivocabilmente che ero sulla strada giusta, dopo i dubbi sorti durante la visione di ?To please a Lady? e ?I tre avventurieri?.
Attualmente qualche amico, che ha visitato il mio studio e visto gli scaffali in metallo con il loro contenuto, non si stupisce pi? se sono in grado di accostare ?Sinclair? ad un dinosauro, Tommy Ivo alla televisione, ?The Beach Boys? allo street rodding e Brock Yates alla Cannonball; se sostengo che la Ford T pu? essere non soltanto nera o che Glenn ?Fireball? Roberts aveva il destino scritto nel suo nick-name; se capisco o posso spiegare il significato dell?acronimo ?NDT? o se sono in grado di assemblare un ?flow-bench?. Altri possono autorevolmente sostenere che non ho capacit? nel distinguere ?ad occhio? una Mustang del 1965 da quella del 1967: ? vero. Se voglio, per?, o se ne ho necessit?, so perfettamente dove andare a cercare per capire.
Colui il quale si limita a enumerare centinaia di stelle, costellazioni e galassie, ma non ha la minima idea del perch? siano identificate da prefissi e numeri o da un nome latino, non ? evidentemente un astronomo; questo ? il vero motivo per cui preferisco parlare di ?motorismo Nord-Americano? anzich? del semplicistico e vago ?macchine americane?. C?? una differenza sostanziale. Da ricercarsi, come si dice in linguaggio dotto, nel contesto.
Motivi e Motivazioni
Ritornando alla ?Mustang?, l?anno di presentazione, il manager della Ford che la commission? e la definizione di ?pony car? (una sportiva compatta, in effetti), unita alla necessit? di realizzare grossi volumi di vendita (?volume car?), ad un prezzo abbordabile da chiunque (negli States), sono tutti elementi che si collocano in un momento storico, in una particolare congiuntura economica, ad un ben preciso stadio dell?evoluzione nel design e, guarda caso, anche nella fase espansiva iniziale delle politiche di ?Public Relations? (in senso ampio) che suggerirono di farne apparire un esemplare nel film ?Goldfinger?, il pi? recente (all?epoca) di una serie di successo, dopo un paio di studiate e volute presentazioni su pi? ?Networks?, mandate in onda ?nationwide?.
Come sottofondo o scenario non si deve dimenticare che, da oltre quarant?anni, gli Stati Uniti d?America erano gi? stati toccati dal fenomeno socio-economico conosciuto come ?motorizzazione di massa?, unico e vero punto fondamentalmente indispensabile allo sviluppo e diffusione della cultura motoristica attraverso i vari strati della popolazione attiva di un Paese. Non a caso quel tipo di ?lancio pubblicitario? fu architettato e messo in scena dalla medesima Casa che, a suo tempo, aveva invaso gli States con quindici milioni di vetture, favorendo l?abitudine ad un ?artefatto? destinato a diventare ?oggetto di uso quotidiano?.
Nel medesimo periodo, italiani ed europei giocavano con la ?Seicento?, la ?2CV? ed il ?Maggiolino?, sognando, ma non potendosi permettere, ?Giulietta?, ?Triumph TR3? o ?BMW 507?. All?epoca di presentazione della ?Mustang? in Italia si inaugurava l? ?Autostrada del Sole? mentre, ben otto anni prima, negli Stati Uniti era stato approvato il ?Federal-Aid Highway Act? (1956), responsabile della realizzazione di ?highways? multicorsia in ogni dove.
Sta emergendo il semplice riassunto di fatti e circostanze noti a chiunque, pi? o meno: mancano i dettagli. Se nel 1948 in Italia si polarizzava l?attenzione su due straordinarie tappe al ?Tour de France? vinte da Gino Bartali, negli U.S.A. seicento piloti si stavano affiliando ad un organismo sportivo voluto da un benzinaio residente a Daytona Beach, in Florida, convinto che le ?new cars? (automobili nuove di Fabbrica), tutte uguali, avrebbero stabilito imparzialmente le reali capacit? di guida dei piloti. Nel 1951 gli italiani erano stupefatti ed inorriditi dalla tristemente nota ?alluvione del Polesine? con autocarri e Reparti dell?Esercito comandati a sgomberare i ?profughi?, mentre negli Stati Uniti si stava pensando alla generalizzata utilizzazione delle piste d?aviazione abbandonate dai militari, per lo svolgimento di competizioni in accelerazione regolamentate da un altro organismo sportivo nato ?sua sponte? tra i giovani teen agers. Nel 1953, in Italia, un documento importante fu la ?Legge-truffa?, approvata mentre in Europa si concretizzava la ?Comunit? Europea del Carbone e dell?Acciaio? e nel Vicino Oriente lo Sci? di Persia sposava Soraya: negli States, qualche mese dopo l?armistizio di ?Pan Mun Jom?, un neo assunto Dirigente alla Chevrolet scriveva una breve memoria di due pagine ai vertici della Fabbrica che accoglier?, pressoch? immediatamente, il suo suggerimento di rendere pi? facile il lavoro a meccanici improvvisati nell?elaborazione di un ?RPO V8 engine?.
Ancora prima, pi? di una decina d?anni prima, durante il periodo di ferma nelle tre Armi, i giovani americani avevano seguito un corso, gratuito (anzi, pagato!) ed a livello universitario, di elettromeccanica ed idraulica, addetti com?erano a provvedere alla manutenzione ed al regolare funzionamento (pena la propria e l?altrui vita) di decine di migliaia di motori e sistemi ausiliari, dal quattro cilindri della ?Jeep?, al complicatissimo (supercompresso con iniezione ausiliaria d?acqua) 12V Allison del P51 Mustang (il 12V Packard era, invece, sulle PT Boats, quelle su una delle quali John Fitzgeral Kennedy fece naufragio). Non erano ?costretti? ad armeggiare intorno a pistoni bucati o spinterogeno ?casualmente? privo di puntine platinate, ma ?ci provavano gusto? perch? avevano coscienza che, una volta rientrati in Patria, pap? ed il fratello maggiore li avrebbero invidiati, memori delle medesime difficolt? incontrate sul ?Muroc Lake?, agli inizi degli anni trenta, fine anni venti, addirittura.
Differenze di Cultura
Wally Parks, classe 1913, appartenente alla ?prima generazione? di ?hot rodders?, amava ricordare che, ?ai suoi tempi?, ci si limitava a mettere insieme pezzi gi? usati pi? di una volta, da altri, per verificare se ?la cosa funzionava?. Mio padre, classe 1906, aveva difficolt? nell?accettare (nonostante la sua educazione fosse forgiata dall?Istituto Nautico) che il 4 Ottobre 1957 qualcuno avesse messo in orbita un ?satellite artificiale?. Ecco la differenza di cultura, e la conseguente differenza di ?cultura motoristica?, tra Italia ed U.S.A.
Se ? (stato) corretto il mio ragionamento, ritengo pi? importante capire che i teen agers appartenuti alla prima generazione di hot rodders, molto probablimente ascoltavano su un grammofono portatile (tra le altre cose usato anche per tentativi di cronometraggio sui dry-lakes, come testimoniato da Wally Parks) il jazz di Count Basie, Cab Calloway, Fletcher Henderson, Earl Hines, Duke Ellington, Artie Shaw, Tommy Dorsey, Benny Goodman, e Glenn Miller, non certamente il rock and roll di Elwis Presley! Se il Cinema sulla Main Street della loro ?Little Town? nella ?Orange County? proiettava films, ? altrettanto logico supporre che Buster Keaton (?faccia di pietra?) o Charlie Chaplin fossero i loro comici preferiti mentre Johnny Weissmuller e Tarzan (o Rodolfo Valentino) rappresentavano al meglio l?ideale di ?maschio? che cercavano di imitare, anche nell?abbigliamento. Del tutto estraneo a ?questa gente? il mito di James Dean, caso mai appartenente alla seconda generazione di teen agers, figli e fratelli minori dei pionieri sui lakes, quei ?nuovi? hot rodders i quali, dopo aver scoperto che non rimanevano pi? carcasse di ?model T? si accontentavano di altre ?roadster? per correre non pi? sugli sconfinati ? beds of salt?, ma sulle pi? corte ed attrezzate strips ricavate dalle ?runaway? degli aeroporti abbandonati, con il beneplacito dello Sceriffo, sicuramente non pi? in lotta con le pattuglie di ?cops?. Seconda generazione di teen agers i quali, come accadde a Donald Garlits (classe 1932), potevano venire a sapere, dal Prof della High School, che laggi?, in California, si pubblicava ?Hot Rod Magazine?, un testo utile a capire cosa fosse ?la meccanica a livello artigianale?; per inciso, nel garage personale di Garlits, l?unico poster attaccato al muro e non legato al mondo racing ? quello del film ?Il Gigante?.
Tutto ci? per stabilire, o ristabilire, come il contesto del motorismo americano abbia perso, per i cultori di oggi, o non abbia mai avuto, per i non-cultori, un back-ground che ha sostanzialmente influenzato l?essenza stessa dell?auto americana. Se volessimo, potremmo anche ricavare una time-table di avvenimenti, sulla quale basare il motorismo nord americano.
La ?Time-table? da tener presente
Ottobre 1908: inizia la costruzione delle prime Ford ?model T? nello Stabilimento Ford di Piquette Avenue; sar? la vera responsabile del primo fenomeno di ?motorizzazione di massa? con quindici milioni di esemplari commercializzati;
30 Maggio 1911: si disputa la prima edizione della ?500 Miglia? ad Indianapolis;
24 Ottobre 1929: ? il ?Black Thursday? per antonomasia, quello del crollo di Wall Street;
29 Novembre 1937: costituzione della ?Southern California Timing Association?, primo Organo sportivo a regolamentare le prove di velocit? sui dry-lakes condotte da teen-agers;
7 Dicembre 1941: bombardamento di Pearl Harbour (isole Haway) e coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale;
14 Dicembre 1947: Bill France Sr. provoca la formazione della ?National Association for Stock Car Auto Racing?, N.A.S.C.A.R., per la quale correranno ?new cars?, auto cos? come consegnate dalle Concessionarie ai Clienti;
Gennaio 1948: vede la luce ?Hot Rod Magazine?, il primo periodico al mondo dedicato ai teen-agers amanti della meccanica;
9 Aprile1950: entra in funzione la prima ?paved track? per le gare su ?stock cars?, a Darlington, South Carolina, con la disputa della prima ?Southern 500?;
13 Marzo 1951: nasce a Glendale, in California, la ?National Hot Rod Association?, deputata a regolamentare la gara di accelerazione sulla distanza standard di ? di miglio; 125 i Clubs di ?drivers? affiliati durante il primo anno di attivit?;
16 Dicembre 1953: l?ing. Zora Arkus-Duntov scrive ai vertici della ?General Motors? il suo memorandum intitolato ?Thoughts pertaing to youth, hot rodders and Chevrolet";
29 Giugno 1956: il Congresso U.S.A. approva il ?Federal-Aid Highway Act?, noto anche come ?National Interstate and Defense Highways Act? (Public Law 84-627), responsabile, per dieci anni, della costruzione di autostrade in tutti gli Stati Uniti;
26 Marzo 1963: ? costituita la ?Speed Equipment Manufacturers Association?, prima associazione tra produttori di ?aftermarket parts?, in larghissima maggioranza ex hot rodders;
1 Settembre 1964: sbarca a Southampton (GB), dalla USS ?Constitution?, lo ?U.S. Drag Team? con lo scopo di dimostrare agli Europei che cosa ? la drag race: del Team fanno parte Donald Garlits, Tommy Ivo, George Montgomery, Tony Nancy e Ronnie Sox.
Conclusioni
Ai giorni nostri Marlon Brando avrebbe ottantaquattro anni; James Dean ne compirebbe settantotto il prossimo Aprile; Elvis Presley ne avrebbe compiuto settantatre qualche mese fa e Marilyn Monroe (che ancora ammiriamo mentre canta ?Happy birthday to you? al Presidente Kennedy) sarebbe un?arzilla vecchietta di ottantadue anni. Tutta gente che, molto probabilmente, se non dovesse avere bisogno di un ?badante? per farsi la doccia, non avrebbe nessuna voglia di rimanere otto o dieci ore a firmare autografi ad uno dei nostri Raduni. Molto pi? vicini al nonno di ognuno di noi, un po? dispiaciuto di non ricevere la visita di dovere, tutte le Domeniche all?ora di pranzo?
La Chevrolet ?Bel Air? ha pi? o meno l?et? di pap? o dello zio, di sicuro incapaci, all?epoca della loro fanciullezza, di apprezzare e ballare ?Rock Around The Clock?. Mi pare ci sia una grossa ?distorsione temporale? nel presunto culto delle ?americane?.
Si tratta di un buon mezzo secolo durante il quale la familiarit? con le automobili e le competizioni ?motoristiche? ha una profonda influenza sul tessuto sociale americano: seguono ed indirizzano, contemporaneamente, le tendenze proposte dal cinema e dalla musica, dalla letteratura e dalla politica, dall?arte e dall?industria, dal commercio e dalla ricerca di sempre ?nuove frontiere?. Ma ne conosciamo perfettamente la storia? A questo punto: ? pi? importante capire ?perch?? Lee Jacocca volle una sportiva economica o se il ?model year 1965? ha quali e quante differenze con i successivi?
Alessandro Manzoni scriveva, nell?ode ?Il 5 Maggio?: ?ai posteri l?ardua sentenza?.
Nota (da NON pubblicare): La ?time table? (cronologia degli avvenimenti) pu? anche essere inserita in un ?box? fuori testo: in questo caso aggiungere l?opportuna citazione. Grazie!.
OLD SCHOOL
Conoscere le americane; o l?America?
Testo di Franco Canina
Foto: Archivio Franco Canina
Uno dei miei conoscenti mi ha recentemente fatto notare: ?non conosci molto bene le macchine U.S.A.?. Forse ha ragione, forse non ? completamente nel giusto?
Le origini di una diversit?
Nell?ormai lontano 1967, quando con molta fortuna riuscimmo a scovare un Chrysler Firepower presso un demolitore, che cosa fosse una ?New Yorker? mi interessava relativamente poco: ricordo di aver notato mentalmente la mia lacuna, una delle tante, riproponendomi di approfondire l?argomento qualora ed allorquando avessi trovato una fonte: il TAM (?Tutte le Auto del Mondo?) di Quattroruote era piuttosto vago al proposito e tutt?altro che esaustivo, considerato che molte automobili, alla fine degli anni sessanta, non erano importate in Italia. Ricordavo ancora alcuni numeri di ?Life?, ?Esquire?, ?Architectural Digest?, ?Vogue?, ?Time? ed i primi numeri del ?Reader?s Digest? che mio padre aveva portato dal suo viaggio negli Stati Uniti subito dopo la Guerra, le pagine intere di pubblicit? sulle convertibili da sogno con portiere larghe come pneumatici e giovani donne sorridenti al volante?
Il fatto ? che le automobili americane erano troppo diverse da quelle prodotte in Europa e capii da subito che dovevano esserci delle ragioni, pi? o meno simili a quelle per le quali ogni ?kitchen? aveva un frigorifero ed un bar, c?era un portico sopra la porta d?entrata ed una zona notte separata dal ?living? il quale, a sua volta, era dotato di un caminetto, un monumentale televisore e di un?enorme vetrata che dava sul giardino, dove i ragazzini trainavano bellissimi carrettini con ruote gommate, giocavano con il cane e tagliavano l?erba o si esercitavano con mazze e palla, sorvegliati da pap?, sempre con un garage a due posti sullo sfondo e l?esagerata station wagon lasciata l?, sul vialetto di accesso. Nel 1948.
All?epoca delle superiori feci un?altra scoperta, spendendo una fortuna in monete da cinquanta lire per ascoltare le canzoni dei ?Platters? nei Juke-boxes dei locali affacciati sul porto vecchio di SanRemo, ma a casa mio padre, quand?era in vena, al pianoforte suonava Glenn Miller e Benny Goodman o, al massimo al massimo, un boogie woogie del dopoguerra. Ancora agli inizi degli anni sessanta mio cugino Domenico (professore di pianoforte al Conservatorio di Torino), nonostante studiasse i classici, mi fece scoprire il jazz e tutto un nuovo modo di concepire la musica.
Qualche anno dopo, senza aver dimenticate queste cose, scoprii, oltre alle r?clames sulle riviste, anche le riviste americane sulle automobili e sugli sports motoristici americani. ?Quattroruote? ed ?Auto Italiana? erano il mio pane quotidiano, un tantino insipido e quasi azimo, mentre ?Motor Trend?, ?Road and Track?, ?Motorcade? e ?Car and Driver? garantivano, man mano che il tempo passava, il sapore di un succoso ?burger con tanta cipolla e molta senape, per arrivare, pi? presto di quanto non potessi credere, all?empireo di ?Hot Rod?, ?Car Craft?, ?Rod & Custom?, ?Popular Hot Rodding? e ?Drag Racing?. Nel frattempo ?American Graffiti? dimostr? inequivocabilmente che ero sulla strada giusta, dopo i dubbi sorti durante la visione di ?To please a Lady? e ?I tre avventurieri?.
Attualmente qualche amico, che ha visitato il mio studio e visto gli scaffali in metallo con il loro contenuto, non si stupisce pi? se sono in grado di accostare ?Sinclair? ad un dinosauro, Tommy Ivo alla televisione, ?The Beach Boys? allo street rodding e Brock Yates alla Cannonball; se sostengo che la Ford T pu? essere non soltanto nera o che Glenn ?Fireball? Roberts aveva il destino scritto nel suo nick-name; se capisco o posso spiegare il significato dell?acronimo ?NDT? o se sono in grado di assemblare un ?flow-bench?. Altri possono autorevolmente sostenere che non ho capacit? nel distinguere ?ad occhio? una Mustang del 1965 da quella del 1967: ? vero. Se voglio, per?, o se ne ho necessit?, so perfettamente dove andare a cercare per capire.
Colui il quale si limita a enumerare centinaia di stelle, costellazioni e galassie, ma non ha la minima idea del perch? siano identificate da prefissi e numeri o da un nome latino, non ? evidentemente un astronomo; questo ? il vero motivo per cui preferisco parlare di ?motorismo Nord-Americano? anzich? del semplicistico e vago ?macchine americane?. C?? una differenza sostanziale. Da ricercarsi, come si dice in linguaggio dotto, nel contesto.
Motivi e Motivazioni
Ritornando alla ?Mustang?, l?anno di presentazione, il manager della Ford che la commission? e la definizione di ?pony car? (una sportiva compatta, in effetti), unita alla necessit? di realizzare grossi volumi di vendita (?volume car?), ad un prezzo abbordabile da chiunque (negli States), sono tutti elementi che si collocano in un momento storico, in una particolare congiuntura economica, ad un ben preciso stadio dell?evoluzione nel design e, guarda caso, anche nella fase espansiva iniziale delle politiche di ?Public Relations? (in senso ampio) che suggerirono di farne apparire un esemplare nel film ?Goldfinger?, il pi? recente (all?epoca) di una serie di successo, dopo un paio di studiate e volute presentazioni su pi? ?Networks?, mandate in onda ?nationwide?.
Come sottofondo o scenario non si deve dimenticare che, da oltre quarant?anni, gli Stati Uniti d?America erano gi? stati toccati dal fenomeno socio-economico conosciuto come ?motorizzazione di massa?, unico e vero punto fondamentalmente indispensabile allo sviluppo e diffusione della cultura motoristica attraverso i vari strati della popolazione attiva di un Paese. Non a caso quel tipo di ?lancio pubblicitario? fu architettato e messo in scena dalla medesima Casa che, a suo tempo, aveva invaso gli States con quindici milioni di vetture, favorendo l?abitudine ad un ?artefatto? destinato a diventare ?oggetto di uso quotidiano?.
Nel medesimo periodo, italiani ed europei giocavano con la ?Seicento?, la ?2CV? ed il ?Maggiolino?, sognando, ma non potendosi permettere, ?Giulietta?, ?Triumph TR3? o ?BMW 507?. All?epoca di presentazione della ?Mustang? in Italia si inaugurava l? ?Autostrada del Sole? mentre, ben otto anni prima, negli Stati Uniti era stato approvato il ?Federal-Aid Highway Act? (1956), responsabile della realizzazione di ?highways? multicorsia in ogni dove.
Sta emergendo il semplice riassunto di fatti e circostanze noti a chiunque, pi? o meno: mancano i dettagli. Se nel 1948 in Italia si polarizzava l?attenzione su due straordinarie tappe al ?Tour de France? vinte da Gino Bartali, negli U.S.A. seicento piloti si stavano affiliando ad un organismo sportivo voluto da un benzinaio residente a Daytona Beach, in Florida, convinto che le ?new cars? (automobili nuove di Fabbrica), tutte uguali, avrebbero stabilito imparzialmente le reali capacit? di guida dei piloti. Nel 1951 gli italiani erano stupefatti ed inorriditi dalla tristemente nota ?alluvione del Polesine? con autocarri e Reparti dell?Esercito comandati a sgomberare i ?profughi?, mentre negli Stati Uniti si stava pensando alla generalizzata utilizzazione delle piste d?aviazione abbandonate dai militari, per lo svolgimento di competizioni in accelerazione regolamentate da un altro organismo sportivo nato ?sua sponte? tra i giovani teen agers. Nel 1953, in Italia, un documento importante fu la ?Legge-truffa?, approvata mentre in Europa si concretizzava la ?Comunit? Europea del Carbone e dell?Acciaio? e nel Vicino Oriente lo Sci? di Persia sposava Soraya: negli States, qualche mese dopo l?armistizio di ?Pan Mun Jom?, un neo assunto Dirigente alla Chevrolet scriveva una breve memoria di due pagine ai vertici della Fabbrica che accoglier?, pressoch? immediatamente, il suo suggerimento di rendere pi? facile il lavoro a meccanici improvvisati nell?elaborazione di un ?RPO V8 engine?.
Ancora prima, pi? di una decina d?anni prima, durante il periodo di ferma nelle tre Armi, i giovani americani avevano seguito un corso, gratuito (anzi, pagato!) ed a livello universitario, di elettromeccanica ed idraulica, addetti com?erano a provvedere alla manutenzione ed al regolare funzionamento (pena la propria e l?altrui vita) di decine di migliaia di motori e sistemi ausiliari, dal quattro cilindri della ?Jeep?, al complicatissimo (supercompresso con iniezione ausiliaria d?acqua) 12V Allison del P51 Mustang (il 12V Packard era, invece, sulle PT Boats, quelle su una delle quali John Fitzgeral Kennedy fece naufragio). Non erano ?costretti? ad armeggiare intorno a pistoni bucati o spinterogeno ?casualmente? privo di puntine platinate, ma ?ci provavano gusto? perch? avevano coscienza che, una volta rientrati in Patria, pap? ed il fratello maggiore li avrebbero invidiati, memori delle medesime difficolt? incontrate sul ?Muroc Lake?, agli inizi degli anni trenta, fine anni venti, addirittura.
Differenze di Cultura
Wally Parks, classe 1913, appartenente alla ?prima generazione? di ?hot rodders?, amava ricordare che, ?ai suoi tempi?, ci si limitava a mettere insieme pezzi gi? usati pi? di una volta, da altri, per verificare se ?la cosa funzionava?. Mio padre, classe 1906, aveva difficolt? nell?accettare (nonostante la sua educazione fosse forgiata dall?Istituto Nautico) che il 4 Ottobre 1957 qualcuno avesse messo in orbita un ?satellite artificiale?. Ecco la differenza di cultura, e la conseguente differenza di ?cultura motoristica?, tra Italia ed U.S.A.
Se ? (stato) corretto il mio ragionamento, ritengo pi? importante capire che i teen agers appartenuti alla prima generazione di hot rodders, molto probablimente ascoltavano su un grammofono portatile (tra le altre cose usato anche per tentativi di cronometraggio sui dry-lakes, come testimoniato da Wally Parks) il jazz di Count Basie, Cab Calloway, Fletcher Henderson, Earl Hines, Duke Ellington, Artie Shaw, Tommy Dorsey, Benny Goodman, e Glenn Miller, non certamente il rock and roll di Elwis Presley! Se il Cinema sulla Main Street della loro ?Little Town? nella ?Orange County? proiettava films, ? altrettanto logico supporre che Buster Keaton (?faccia di pietra?) o Charlie Chaplin fossero i loro comici preferiti mentre Johnny Weissmuller e Tarzan (o Rodolfo Valentino) rappresentavano al meglio l?ideale di ?maschio? che cercavano di imitare, anche nell?abbigliamento. Del tutto estraneo a ?questa gente? il mito di James Dean, caso mai appartenente alla seconda generazione di teen agers, figli e fratelli minori dei pionieri sui lakes, quei ?nuovi? hot rodders i quali, dopo aver scoperto che non rimanevano pi? carcasse di ?model T? si accontentavano di altre ?roadster? per correre non pi? sugli sconfinati ? beds of salt?, ma sulle pi? corte ed attrezzate strips ricavate dalle ?runaway? degli aeroporti abbandonati, con il beneplacito dello Sceriffo, sicuramente non pi? in lotta con le pattuglie di ?cops?. Seconda generazione di teen agers i quali, come accadde a Donald Garlits (classe 1932), potevano venire a sapere, dal Prof della High School, che laggi?, in California, si pubblicava ?Hot Rod Magazine?, un testo utile a capire cosa fosse ?la meccanica a livello artigianale?; per inciso, nel garage personale di Garlits, l?unico poster attaccato al muro e non legato al mondo racing ? quello del film ?Il Gigante?.
Tutto ci? per stabilire, o ristabilire, come il contesto del motorismo americano abbia perso, per i cultori di oggi, o non abbia mai avuto, per i non-cultori, un back-ground che ha sostanzialmente influenzato l?essenza stessa dell?auto americana. Se volessimo, potremmo anche ricavare una time-table di avvenimenti, sulla quale basare il motorismo nord americano.
La ?Time-table? da tener presente
Ottobre 1908: inizia la costruzione delle prime Ford ?model T? nello Stabilimento Ford di Piquette Avenue; sar? la vera responsabile del primo fenomeno di ?motorizzazione di massa? con quindici milioni di esemplari commercializzati;
30 Maggio 1911: si disputa la prima edizione della ?500 Miglia? ad Indianapolis;
24 Ottobre 1929: ? il ?Black Thursday? per antonomasia, quello del crollo di Wall Street;
29 Novembre 1937: costituzione della ?Southern California Timing Association?, primo Organo sportivo a regolamentare le prove di velocit? sui dry-lakes condotte da teen-agers;
7 Dicembre 1941: bombardamento di Pearl Harbour (isole Haway) e coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale;
14 Dicembre 1947: Bill France Sr. provoca la formazione della ?National Association for Stock Car Auto Racing?, N.A.S.C.A.R., per la quale correranno ?new cars?, auto cos? come consegnate dalle Concessionarie ai Clienti;
Gennaio 1948: vede la luce ?Hot Rod Magazine?, il primo periodico al mondo dedicato ai teen-agers amanti della meccanica;
9 Aprile1950: entra in funzione la prima ?paved track? per le gare su ?stock cars?, a Darlington, South Carolina, con la disputa della prima ?Southern 500?;
13 Marzo 1951: nasce a Glendale, in California, la ?National Hot Rod Association?, deputata a regolamentare la gara di accelerazione sulla distanza standard di ? di miglio; 125 i Clubs di ?drivers? affiliati durante il primo anno di attivit?;
16 Dicembre 1953: l?ing. Zora Arkus-Duntov scrive ai vertici della ?General Motors? il suo memorandum intitolato ?Thoughts pertaing to youth, hot rodders and Chevrolet";
29 Giugno 1956: il Congresso U.S.A. approva il ?Federal-Aid Highway Act?, noto anche come ?National Interstate and Defense Highways Act? (Public Law 84-627), responsabile, per dieci anni, della costruzione di autostrade in tutti gli Stati Uniti;
26 Marzo 1963: ? costituita la ?Speed Equipment Manufacturers Association?, prima associazione tra produttori di ?aftermarket parts?, in larghissima maggioranza ex hot rodders;
1 Settembre 1964: sbarca a Southampton (GB), dalla USS ?Constitution?, lo ?U.S. Drag Team? con lo scopo di dimostrare agli Europei che cosa ? la drag race: del Team fanno parte Donald Garlits, Tommy Ivo, George Montgomery, Tony Nancy e Ronnie Sox.
Conclusioni
Ai giorni nostri Marlon Brando avrebbe ottantaquattro anni; James Dean ne compirebbe settantotto il prossimo Aprile; Elvis Presley ne avrebbe compiuto settantatre qualche mese fa e Marilyn Monroe (che ancora ammiriamo mentre canta ?Happy birthday to you? al Presidente Kennedy) sarebbe un?arzilla vecchietta di ottantadue anni. Tutta gente che, molto probabilmente, se non dovesse avere bisogno di un ?badante? per farsi la doccia, non avrebbe nessuna voglia di rimanere otto o dieci ore a firmare autografi ad uno dei nostri Raduni. Molto pi? vicini al nonno di ognuno di noi, un po? dispiaciuto di non ricevere la visita di dovere, tutte le Domeniche all?ora di pranzo?
La Chevrolet ?Bel Air? ha pi? o meno l?et? di pap? o dello zio, di sicuro incapaci, all?epoca della loro fanciullezza, di apprezzare e ballare ?Rock Around The Clock?. Mi pare ci sia una grossa ?distorsione temporale? nel presunto culto delle ?americane?.
Si tratta di un buon mezzo secolo durante il quale la familiarit? con le automobili e le competizioni ?motoristiche? ha una profonda influenza sul tessuto sociale americano: seguono ed indirizzano, contemporaneamente, le tendenze proposte dal cinema e dalla musica, dalla letteratura e dalla politica, dall?arte e dall?industria, dal commercio e dalla ricerca di sempre ?nuove frontiere?. Ma ne conosciamo perfettamente la storia? A questo punto: ? pi? importante capire ?perch?? Lee Jacocca volle una sportiva economica o se il ?model year 1965? ha quali e quante differenze con i successivi?
Alessandro Manzoni scriveva, nell?ode ?Il 5 Maggio?: ?ai posteri l?ardua sentenza?.
Nota (da NON pubblicare): La ?time table? (cronologia degli avvenimenti) pu? anche essere inserita in un ?box? fuori testo: in questo caso aggiungere l?opportuna citazione. Grazie!.
"La mente umana ? come il paracadute: funziona solo se ? aperta" (Louis Pauwels e Jaques Bergier)
Stay hungry, stay foolish