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Eâ successo anche questo. Lo scorso fine settimana mi sono trovato con un gruppo di conoscenti e dei loro amici, piacevolissime persone che non conoscevo e a cui sono stato educatamente presentato.
Negli uomini la mia posizione a Quattroruote ha destato molta curiosità e si è finiti inevitabilmente a parlare di automobili. Uno dei presenti, in particolare, ha comperato da pochi mesi una Mercedes Classe A e se nâè detto felicissimo proprietario, sia perché lui da tanti anni compera soltanto berline della casa con la stella e sia perché si trova a suo agio soltanto con la trazione posteriore.
A quel punto mi è venuto spontaneo chiedergli comâè stato quindi il passaggio alla trazione avanti e mi è stato subito chiaro che non capiva la domanda.
ââ¦perché la Classe A è a trazione anterioreâ¦â ho provato a balbettare, trovando in lui un evidente fastidio accompagnato dalla sensazione che io fossi un impostore, uno che si spacciava come il direttore di Quattroruote e non sapeva nemmeno il tipo di trazione della sua vettura.
In sintesi, non ci voleva credere. Proprio lui che in vita aveva posseduto due Classe E e una C Coupé, era finito al volante di una trazione avanti senza saperlo. A sua insaputa, si direbbe oggi.
In quel momento lâargomento si è allargato al gruppo, composto da uomini di ottima cultura e con posizioni professionali di tutto rispetto, ed è saltato fuori che anche altri, tra i presenti, non avevano idea se la loro vettura spingesse o tirasse. E sto parlando di maschi, che nellâimmaginario collettivo dovrebbero saperne di più, così ho ben evitato di fare un mini test pure con le signore perché ero già abbastanza sconcertato.
Colpa della pubblicità che non lo dice chiaramente, mi ha ribattuto uno; non mi sono mai posto il problema, ha chiosato un altro; e poi che cosa importa?, si è giustificato un terzo.
Ho cercato di cambiare discorso il più in fretta possibile, ma quanto è accaduto mi dà ancora da pensare. Molti automobilisti vanno in macchina solo per spostarsi? Le auto di oggi, grazie allâelettronica mascherano troppo bene le caratteristiche di comportamento della vettura? La città con le basse velocità imposte oppure i tragitti autostradali di facile approccio non trasmettono più sensazioni? Oppure, ancora, era così anche un tempo, ma io non me ne sono mai reso conto?
Aggiungo unâultima domanda: a voi è mai capitato dâincontrare automobilisti così? E se vi è successo, come ve lo spiegate o come vi spiegate quello che è accaduto a me?
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Carlo Cavicchi, viamazzocchi.quattroruote.it
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E la risposta di un tal "pilota54"
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Io sono nato (come dice il mio nick) nel 1954. Quando ho cominciato a capire cosa erano le automobili ho anche cominciato a guardarle passare affacciato alla finestra, con mia nonna accanto che mi rivelava i nomi dei vari modelli, e quando ho cominciato a saper leggere e scrivere ho anche iniziato a leggere lâallora unica rivista del settore: Quattroruote. Sapevo tutto a memoria, di tutte le auto che QR provava: km da fermo, capacità bagagliaio, tempo sulla âSalita del Tuscoloâ, frenata da 100 a zero e altro ancora. Mio padre davanti ai suoi amici, esterrefatti, mi faceva ripetere questi dati. Fu così che iniziò la mia passione per le automobili, che poi sfociò in tante attività connesse: pilota dilettante, team manager, istruttore di guida in pista, moderatore di forum, collezionista, ecc. (oltre la mia professione, che con lâauto non câentra).
Io sono un âcasoâ quasi patologico, ma ripeto, sono nato quando per strada, in pieno centro, passava una macchina ogni 2-3 secondi, quando potevo contare quante ne passavano in unâora, quando una coupè ti lasciava quasi senza fiato perchè era tanto diversa dalle altre e tanto bella.
Erano quindi tanti i ragazzini che si appassionavano al mondo dellâautomobile. A scuola, dopo le elementari, si parlava sempre o di donne o di automobili (la politica passava in terzo o quarto piano), non esistevano il computer, i cellulari, la playstation, i vestiti firmati e tante altre cose di oggi.
Oggi, appunto, è tutto diverso. Macchine ne passano migliaia al minuto, sono quasi tutte uguali, o meglio di due tipi fondamentali: piccole utilitarie o SUV. I limiti e il traffico hanno tolto il gusto di andare forte. Il cellulare, internet, facebook e twitter soggiògano ormai tutti i giovani. Li vedi sempre impegnati a guardare quel piccolo parallelepipedo che gli sta davanti, intenti a verificare chissà cosa, a scrivere messaggi a ripetizione con la velocità del suono. E lâauto? Si, ci sono ancora diversi giovani che lâamano (lo si vede anche dai forum), forse perchè i loro padri fanno parte di una generazione che lâha amata tanto, forse perchè hanno un papà pilota o giornalista automobilistico, forse perchè qualche amico o parente ha trasmesso loro questa passione, magari portandoli a vedere una corsa. Insomma ancora ce ne sono, ma credo molto meno che in passato.
Il fatto però che anche tanti âadultiâ, intendo cioè di una certa età (gli amici del direttore evidentemente lo sono), non sappiano quale sia la trazione di una vettura mi stupisce un poâ. Probabilmente molta gente, pur avendo avuto interesse per lâauto, come oggetto tecnologico, in passato, oggi lo ha perso del tutto e la macchina è diventata, anche per loro, solo un mezzo di trasporto per andare dal punto A al punto Bâ¦â¦â¦â¦â¦â¦.